Fate ogni cosa per la gloria di Dio (1Cor. 10, 31)

Lo scopo finale della musica non deve essere altro che la gloria di Dio e il sollievo dell'anima (Johann Sebastian Bach)

venerdì 25 novembre 2011

Alcune modeste riflessioni sull’unione delle Chiese

Tratto da “La Lumiere du Tabor” n. 14 / 1987 - Traduzione italiana di Daniele Umberto Gandini
 
Uno scritto molto interessante del teologo greco Alexandros Kalomiros, tratto dalla sua opera "Contro la falsa unione". E' un saggio di estrema utilità per la comprensione dell'attuale sete indiscriminata di "dialoghi" di ogni genere e tipo e per un'attenta disamina dei problemi sorti con il movimento ecumenico.

1. La via della conoscenza

L’Ateismo, così come la Riforma, possono levarsi oggi contro l’Ortodossia, il loro attacco però è fondato sul disprezzo. Attaccano l’Ortodossia perché la osservano secondo la loro ottica, secondo la loro mentalità e la considerano una variante del Cattolicesimo. Questo fatto non è dovuto ad un atteggiamento cattivo, ma ad una totale incapacità di giudicare con criteri diversi e di pensare con una mentalità diversa. Il Cattolicesimo, il Protestantesimo e l’Ateismo sono allo stesso livello. Sono i prodotti della stessa mentalità; tutti e tre sono sistemi filosofici, prodotti del razionalismo, cioè della regola che fa della ragione umana il fondamento della certezza, la misura della verità, la via della conoscenza. L’ortodosso è ad un altro livello e la sua mentalità è del tutto differente. Per lui la filosofia è una via senza uscita che non ha mai portato alla certezza, alla verità, alla conoscenza. L’ortodosso rispetta la ragione umana più di ogni altro e non la trasgredisce; essa è per lui uno strumento utile per svelare la menzogna, per scoprire l’errore, ma non è mai sufficiente per dare la certezza, per illuminare e mostrare la Verità e per condurre alla conoscenza. La conoscenza è la visione di Dio e della sua creazione in un cuore purificato dalla grazia divina e dalle preghiere dell’uomo: “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”.

martedì 22 novembre 2011

Due studi interessanti di un liturgista cattolico: Klaus Gamber - 2 - Verso il Signore

Da "Notizie". Periodico dell'associazione italiana Una Voce edito dalla Sezione di Torino n° 116, 1987, pp. 1-4

Nella Chiesa primitiva e durante il Medioevo, fu norma rivolgersi a oriente durante la preghiera. Dice sant'Agostino: "Quando ci alziamo in piedi per la preghiera, ci volgiamo a oriente, da dove s'innalza il cielo, non come se ivi soltanto fosse Dio, e avesse abbandonato le altre parti del mondo ..., ma perché lo spirito si innalzi a una natura superiore, ossia a Dio".

Queste parole del Padre africano mostrano che i cristiani, dopo l'omelia, si alzavano per la preghiera successiva e si volgevano a oriente. A quest'atto allude sempre Agostino concludendo le sue omelie con la formula fissa conversi ad Dominum ("rivolti al Signore").

sabato 19 novembre 2011

Due studi interessanti di un liturgista cattolico: Klaus Gamber - 1 - La celebrazione "versus populum"

Da "Instaurare omnia in Christo", 2/1990, pp. 4-6. Titolo originale Die Zelebration "versus populum", in Ritus modernus. Gesammelte Aufsätze zur Liturgiereform ["Studia patristica et liturgica 4"] Regensburg, Pustet, 1972, pp. 21-29. Traduzione italiana di Fabio Marino.

Nelle sue Direttive per la disposizione della casa di Dio secondo lo spirito della liturgia romana del 1949 Th. Klauser rilevava che "diversi indizi inducono a ritenere che nella chiesa del futuro il sacerdote riprenderà il suo posto di un tempo dietro l'altare e celebrerà rivolto verso il popolo come ancor oggi avviene nelle antiche basiliche romane: il desiderio ovunque manifesto di esprimere con maggiore evidenza la comunione della mensa eucaristica sembra esigere una tale soluzione" (n. 8).

martedì 15 novembre 2011

Ecumenismo e Tradizione

Padre Paisios del Monte Athos: "Si deve portare rispetto per la Tradizione"

«Molti santi Martiri, quando non conoscevano il dogma, dicevano: «Credo a tutto quello che i Santi Padri hanno decretato». Se qualcuno affermava questo, veniva martirizzato. Costui non sapeva portare delle prove ai persecutori della sua fede né sapeva convincerli, ma aveva fiducia nei Santi Padri. Pensava: «Come posso non avere fiducia nei Santi Padri? Loro che sono stati più esperti, più virtuosi e santi! Come posso accettare una stupidità? Come posso tollerare qualcuno che insulta i Santi Padri?».

martedì 8 novembre 2011

Benvenuti!

Un caloroso benvenuto ai visitatori di questo blog.
Questo spazio è in allestimento. Vi chiedo quindi di avere un po' di pazienza nell'attesa di "arredarlo".

Marco, blogmaster