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martedì 7 febbraio 2012

L’icona di Maria “del Perpetuo Soccorso”


La tradizione narra che l'icona della Madre di Dio del "Perpetuo Soccorso" fu rubata nell’isola di Creta da un mercante che la portò fino a Roma nel XV secolo. Si narra che in mare, durante il viaggio, una forte tempesta mise in pericolo la vita dei passeggeri e che, solo grazie all’intervento della Madre di Dio, tutti riuscirono a salvarsi.

Circa un anno dopo il mercante fece ritorno a casa, a Roma. Dopo un brevissimo periodo egli si ammalò gravemente e si rivolse ad un amico che potesse curarlo. In punto di morte, rivelò all'amico il suo segreto sul furto dell'immagine sacra, supplicandolo di ricollocarla in una Chiesa. L'amico promise che avrebbe esaudito questo desiderio, ma anche lui trattenne l’immagine in casa propria fino alla sua morte.

Poco tempo dopo, la Vergine apparve a Roma ad una bimba di sei anni, dicendole che avrebbe dovuto avvertire la mamma e la nonna che l'immagine della Vergine Maria del Perpetuo Soccorso sarebbe dovuta essere collocata nella chiesa di San Matteo Apostolo, sita fra le basiliche di Santa Maria Maggiore e di San Giovanni in Laterano. In un primo momento il racconto della fanciulla non fu preso in considerazione, ma dopo molti dubbi, la madre ubbidì e dopo essersi consultata con il clero responsabile di quella chiesa, l'immagine della Vergine venne collocata in San Matteo il 27 marzo 1499.

Nel 1798 la chiesa di San Matteo fu devastata dall'esercito napoleonico. Il monastero agostiniano e la chiesa che sorgeva accanto furono quasi totalmente distrutti. Gli Agostiniani, malgrado lo stato di distruzione vi rimasero ancora per qualche anno, ma alla fine furono costretti ad andarsene. Alcuni tornarono in Irlanda, altri si diressero verso nuove fondazioni in America, mentre la maggior parte di essi si spostò in qualche vicino monastero. Fu quest'ultimo gruppo a portare con sé l'immagine di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso.

Nel 1819, gli Agostiniani traslocarono nella Chiesa di Santa Maria in Posterula, vicino al "Ponte Umberto I" che attraversa il fiume Tevere. Con essi traslocò anche la "Vergine di San Matteo". Ma, poiché in questa chiesa veniva già venerata "Nostra Signora delle Grazie", l'immagine, appena arrivata, passò in secondo piano venendo collocata in una cappella privata del monastero, dove rimase quasi del tutto dimenticata. Dopo varie vicissitudini, l’icona fu collocata nella chiesa di Sant'Alfonso all'Esquilino, a Roma, dove si trova tutt’ora.

L'icona della Madre di Dio del “Perpetuo Soccorso” è dipinta su una tavola di legno di 54 x 41,5 cm, di scuola Cretese. L'immagine oltre ai due personaggi principale Maria e Gesù Bambino vede ai lati due arcangeli Gabriele a destra e Michele a sinistra che hanno nelle mani gli strumenti della Passione. Il Bambino guarda la Croce e con le mani si aggrappa a quelle della Madre, indicando un gesto quasi di paura, sottolineato pure dal calzare del piede che slacciatosi ne mostra la pianta, calzare sciolto che pure indica un gesto di paura del Bambino. La mano di Maria invece indica il Figlio, come il soggetto principale del quadro, questo semplice gesto, spesso presente in icone Mariane e detto odighitria dal greco, colei che ci guida verso il Salvatore,Via, Verità e Vita.

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