Fate ogni cosa per la gloria di Dio (1Cor. 10, 31)

Lo scopo finale della musica non deve essere altro che la gloria di Dio e il sollievo dell'anima (Johann Sebastian Bach)

sabato 31 ottobre 2015

Storia della Melurgia Bizantina

Del Prof. Agostino Ziino

La musica liturgica bizantina rappresenta un capitolo di fondamentale importanza nella storia della musica, sia sul piano storico che su quello estetico, e per questo per molti aspetti. Innanzitutto bisogna considerare che, nonostante tutti i cambiamenti e le modernizzazioni avvenuti nel corso dei secoli, il canto bizantino rappresenta certamente uno dei repertori liturgico-musicali più antichi nell’ambito del culto cristiano, il che lo pone in un rapporto privilegiato con la tradizione musicale greca, con il canto liturgico ebraico e con quello cristiano primitivo.

In secondo luogo si consideri che dal canto bizantino sono derivati tutti i repertori liturgico-musicali orientali, slavi, russi e greco-ortodossi. In terzo luogo, è ormai accertato che esso ha parzialmente influenzato anche alcuni repertori liturgico-musicali dell’Occidente, in particolare quello mozarabico della Spagna, quello beneventano, quello cosiddetto romano-antico e quello ambrosiano. In questo contesto, inoltre, sarà utile mettere in evidenza il fatto che la tradizione melurgica bizantina, rappresenta ancora uno dei nuclei più antichi ed arcaici di quella musica liturgica che si cantava nell’Italia meridionale, particolarmente in Calabria ed in Sicilia nel Medioevo, durante la dominazione bizantina.

giovedì 29 ottobre 2015

La chiesa russa di Sanremo ritornerà agli antichi splendori. Iniziati i lavori di restauro conservativo di uno dei monumenti più fotografati della città

Da: Punto Sanremo

       

Tornerà il pigmento in oro sulla cupola principale della Chiesa russa di Sanremo così come torneranno i colori su due delle altre tre cupole distrutte durante il bombardamento del 1944 e ricostruite senza la copertura in maiolica. E’ la parte più suggestiva dell’intervento conservativo del luogo di culto russo-ortodosso di corso Nuvoloni – uno dei monumenti più fotografati e visitati della città – ma non la sola. I lavori iniziati in questi giorni con la sistemazione dei ponteggi esterni e interni, prevedono la ristrutturazione integrale del tetto e un’opera di restauro di tutte le parti usurate dagli anni e dalle intemperie.
“L’ultimo intervento del genere risale agli Anni Sessanta – spiega il responsabile della Chiesa russa padre Sergio Mainoldi – e da allora sono stati eseguiti solo piccoli lavori di manutenzione e la sostituzione di alcune finestre”.

venerdì 23 ottobre 2015

Incontri con il p. Paisios del Monte Athos

Tratto da “Cronache dal Monte Athos” a cura della Piccola Famiglia della Resurrezione, Valleripa 5 47020 Linaro (FO)
 
Primo incontro Mercoledì 17 febbraio [1980?].

Alle 9,30 suono dal p. Paisios. Mi sente e mi cala per mezzo di una cordicella la chiave per aprire il lucchetto del cancello. Mi accoglie sulla porta: è magro, basso di statura, dimostra più dei quasi 60 anni che ha. Non ha tutti i denti; alcuni sono color oro. Mi fa sedere, mi dà un bicchiere d’acqua e un lucumi[1]. Prima di questo mi fa entrare nella piccola cappella con alcune icone molto belle, anche se dipinte di recente.

Entro nella stanza dove (ora d’inverno) prega, lavora, riposa e riceve, avendo solo in questa la stufa funzionante. C’è un letto, alto come i nostri, composto da un’asse di truciolato e due cavalletti. Senza materasso, con alcune coperte.

sabato 17 ottobre 2015

L’estetica del suono al tempo di Monteverdi

Di Mauro Uberti. E’ stato docente di Teoria e solfeggio al Conservatorio di Torino, di  Propedeutica della musica e Prassi esecutiva della musica antica al Conservatorio di Pesaro; di Polifonia vocale teorica e pratica e Pre-canto nel Liceo sperimentale di quello di Parma.

Dal convegno sulla vocalità «La didattica del canto nella storia» tenuto il 12 dicembre 2009 nell’Aula di Musica, Università «Sapienza» di Roma.

Premessa

Il tempo di Monteverdi è l'epoca del passaggio dalla polifonia al «recitar cantando» ma, dato che questo è un convegno organizzato dall'Associazione Regionale Cori del Lazio, ho ritenuto opportuno mettere l'accento più sull'aspetto corale che su quello solistico della voce anche perché agli inizi del «recitar cantando» la vocalità non poteva essere altra che quella usata dai cantori in quel tempo operanti, cioè da esecutori di musiche polifoniche; del resto almeno nel caso del madrigale essi cantavano già la propria parte da solisti.

lunedì 5 ottobre 2015

Brevi appunti sulle “Esecuzioni Filologiche”

Di Vinicio Gai, musicologo e organologo

Minipreambolo

Quando nella prima metà del secolo scorso si cominciarono a riutilizzare gli strumenti storici che si erano salvati, ci si trovò di fronte a difficoltà di notevoli proporzioni, il cui elenco è lunghissimo, ma mi limiterò a qualche cenno a cominciare, come sostengono alcuni amici insigni organologi, dal fatto che i musici del passato possedevano un virtuosismo ed una tecnica conformi agli strumenti di cui disponevano e che era andata irrimediabilmente perduta a mano a mano che gli strumenti si erano perfezionati, nonostante che subito dopo l’invenzione delle valvole si rimpiangessero gli strumenti semplici perché il suono veniva considerato migliore. Poi il problema dei locali e della socioacusia (per socioacusia s’intende il fracasso sempre in aumento in cui siamo costretti a vivere nei nostri tempi), per cui in breve sintesi gli orecchi di oggi non sono più quelli del periodo barocco.

Si discusse molto sul fatto se si dovessero adoperare strumenti originali, oppure copie, e se queste dovessero essere conformi all’originale quando esso era nuovo oppure com’è attualmente. Con ingenti sforzi alcuni strumentisti sono riusciti a recuperare, in parte, ciò che era andato perduto; ma alla base di tutto ci sono le qualità del concertista, che al pari di un cantante, se ha le doti naturali può fare molto e bene, ma se queste doti non ci sono allora niente da fare. Uno strumento moderno può essere suonato anche da chi ha una mediocre attitudine, ma lo strumento antico no. Circa poi le esecuzioni del passato, a livello di mediocrità le cose andavano come ci raccontano, ma ai livelli del Bendinelli o del Fantini, celeberrimi suonatori di tromba, le cose erano ben diverse.