Fate ogni cosa per la gloria di Dio (1Cor. 10, 31)

Lo scopo finale della musica non deve essere altro che la gloria di Dio e il sollievo dell'anima (Johann Sebastian Bach)

martedì 30 luglio 2013

Gregorio Palamas: Del modo con cui i cristiani debbano sempre pregare

Miei fratelli cristiani, vi esorto ancora, per la salvezza dell'anima vostra, non trascurate la pratica di questa preghiera [la preghiera di Gesù o preghiera del cuore]...

Sul principio vi apparirà difficoltosa, ma vi assicuro, da parte di Dio Onnipotente, che il nome del Signore Gesù invocato costantemente, vi aiuterà a superare gli ostacoli, e, quando col progredire del tempo vi sarete resi familiari a questo esercizio gusterete quanto è soave il nome del Signore. Con l'esperienza imparerete che è effettuabile e piacevole. Per questo S. Paolo che più di noi conosceva il grande bene che questo esercizio procura, ci comanda di pregare senza interruzione. Non avrebbe mai imposto quest'obbligo se fosse stato molto difficoltoso e inattuabile, in questo caso avrebbe pensato anticipatamente che non avendo la possibilità di adempirlo saremmo stati disobbedienti e trasgressori, così da incorrere nel biasimo e nella riprovazione. L'Apostolo non poteva avere questa intenzione.

lunedì 29 luglio 2013

Grecia: monaci ribelli Monte Athos lanciano molotov

In guerra con Patriarcato, dicono no a sfratto da monastero

29 luglio, 17:23 - Fonte: Ansa

ALL [ARCHIVE MATERIAL 20030202 ]

(di Patrizio Nissirio) (ANSAmed) - Roma, 29 lug - E' una vera e propria guerra di religione. Un gruppo di normalmente ieratici monaci ortodossi del Monte Athos, la millenaria Repubblica Teocratica del nord della Grecia, da anni in rivolta contro il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, accusato di essere troppo amichevole con l'odiata Chiesa di Roma, ha preso a sassate e molotov un gruppo di funzionari governativi che volevano eseguire lo sfratto della confraternita dal monastero di Esphigmenou. E promettono battaglia.

giovedì 25 luglio 2013

Il peccato: La malattia dei membri del Corpo di Cristo e la loro guarigione

Tratto e adattato da “Dieu est Vivant” Ed. Cerf

Il mistero del pentimento

La più grave malattia che possa subire un corpo è quella che colpisce la testa o il cuore. Se il cervello non manda più gli impulsi nervosi, tutto è paralizzato. Se dal cuore non viene più sangue, è la cancrena. Allo stesso modo, se un membro del Corpo di Cristo non sente più la volontà del suo Signore, non sa più che cosa fare, come agire: per lui la vita non ha più senso. E se non riceve più la corrente di vita e d'amore dallo Spirito Santo, egli si corrompe; la sua personalità si disgrega; al limite, è la follia.

Questa separazione fra l'uomo e Dio si chiama peccato. Il rimedio, la guarigione, viene da Cristo, “medico delle nostre anime e dei nostri corpi”. Quando, per la potenza dello Spirito Santo e il mistero della Chiesa, la mano guaritrice di Cristo si posa sull'uomo che si rivolge a lui implorando la misericordia del Padre, il peccatore perdonato e guarito viene reintegrato nella vita del Corpo: è il mistero del pentimento.

giovedì 4 luglio 2013

Sull’esistenza di Dio

Di San Justin Popovic - Filosofia ortodossa della verità. Dogmatica della Chiesa Ortodossa, L’Âge d’Homme, Lausanne.

Il dogma dell’esistenza di Dio è il dogma iniziale nell’economia della salvezza degli uomini; [il primo] è il posto che merita: poiché credere conviene a colui che va verso Dio (Ebr 11, 6). D’altronde la Chiesa ortodossa si fonda anche su questo dogma di fede. È questo che esprime con le prime parole del Simbolo: “Credo in un solo Dio”. È perché per la fede Dio esiste, che essa non ha né necessità né desiderio di trasformare le verità dogmatiche della Rivelazione divina in un’ipotesi logica dell’intelligenza umana. Per essa, l’esistenza di Dio è una verità rivelata da Dio; occorre crederla e riceverla con la fede, non è un’ipotesi da dimostrare logicamente, che dovremmo ricevere sulla base di dimostrazioni logiche – poiché dall’ipotesi alla fantasia, c’è troppa poca distanza. Non dimostra l’esistenza di Dio, ma la mostra con la presenza delle verità divine eterne in essa e con la presenza del sovrannaturale anche nella natura dell’uomo.

L’insegnamento dogmatico della Chiesa sull’esistenza di Dio è dunque conforme all’insegnamento dato dalla santa Rivelazione stessa, insegnamento che conserva e che confessa nella sua pienezza. La Rivelazione non si lancia in una dimostrazione di Dio. Lo mostra nelle sue opere. L’inizio stesso della Rivelazione ne testimonia: Dio non vi è dimostrato. Vi mostra bene piuttosto le sue opere come opere di Colui di cui l’esistenza precede tutto, che condiziona ogni cosa e senza il quale non vi è altra esistenza né creazione che si possa concepire: All’inizio Dio creò i cieli e la terra (Gen 1, 1).