Fate ogni cosa per la gloria di Dio (1Cor. 10, 31)

Lo scopo finale della musica non deve essere altro che la gloria di Dio e il sollievo dell'anima (Johann Sebastian Bach)

venerdì 30 novembre 2012

L'esychia

Dell’Archimandrita Kallistos Ware (oggi vescovo di Diokleia) da "Sobornost" N° 3- 19

I. I DIFFERENTI LIVELLI DELL'ESYCHIA

Una delle storie dei "Detti dei Padri del deserto" descrive una visita di Teofilo, arcivescovo di Alessandria, ai monaci di Scete. Ansiosi di fare una buona impressione al loro illustre ospite, i monaci riuniti chiesero all'abate Pambo: "Di' qualcosa di edificante all'Arcivescovo". Ed il vecchio rispose: "Se non è edificato dal mio silenzio, tanto meno sarà edificato dalle mie parole". Questa storia indica l'estrema importanza data dalla tradizione del deserto alla esychia, la qualità dell'immobilità e del silenzio. "Dio ha scelto l'esychia al di sopra di ogni altra virtù" è detto altrove nei "detti dei padri del deserto". Come insiste S. Nilo di Ancira: "È impossibile che l'acqua infangata si possa chiarificare se si continua a rimestarla; ed è impossibile diventare monaco senza l'esychia".

Esychia, comunque, significa ben di più della semplice astensione dal parlare fisico. Il termine può essere invece interpretato a molti livelli differenti. Tentiamo di distinguere i vari significati, partendo dai più esteriori per arrivare ai più profondi ed interiori.

1. Esychia e solitudine

Nelle fonti più antiche il termine "esicasta" e il relativo verbo "esichazo" generalmente denota un monaco che vive in solitudine, da eremita, a differenza di quelli che sono membri di un cenobio. Questa accezione si ritrova già in Evagrio pontico (+ 399) e in Nilo e Palladio (inizi V secolo). Si ritrova pure nei "Detti dei Padri del deserto", in Cirillo di Scitopoli, in Giovanni Mosco, Barsanufio, e nella legislazione di Giustiniano. Il termine esychia continua ad essere adoperato con questo significato anche in autori posteriori, come in S. Gregorio il Sinaita (+ 1346). A questo livello il termine si riferisce soprattutto alla relazione, nello spazio, di un uomo in rapporto ad altri. Questo è il significato più esteriore.

lunedì 26 novembre 2012

Ancora sulla Sindone di Torino

Sottopongo all'attenzione dei lettori questo interessante articolo di un chimico del Dipartimento di Chimica Organica dell'Università di Pavia, che conferma le tesi espresse da Padre Theocleto, esposte nell'articolo in francese pubblicato qualche giorno fa..

Qui trovate altre informazioni: http://sites.google.com/site/luigigarlaschelli/shroudreproduction

E’ possibile riprodurre la Sindone? di Luigi Garlaschelli

Storia della Sindone di Torino

La Sindone di Torino non è affatto nota dal primo secolo dopo Cristo. Questa discussa reliquia comparve improvvisamente in Francia, a Lirey, verso il 1357, proprietà dei discendenti di Goffredo di Charny, un piccolo feudatario. Immediatamente Henri de Poitiers, il vescovo della locale diocesi (Troyes) si oppose all’ostensione che veniva fatta del telo, ritenendolo un evidente falso. Infatti i Vangeli non ne parlano, né egli riteneva verosimile che esso fosse rimasto sconosciuto per tredici secoli. Le ostensioni ripresero trent’anni dopo, e ancora il nuovo vescovo, Pierre d’Arcis, si oppose. Dopo un lungo braccio di ferro tra lui e il decano della chiesa ove avvenivano le ostensioni, nel 1389 il vescovo si appellò al Papa Clemente VII con un lungo memoriale, nel quale si racconta come il suo predecessore avesse addirittura trovato l’artista che l’aveva "astutamente dipinta".

lunedì 19 novembre 2012

L'Anziano Dobri Dobrev di Baylovo (Bulgaria)

L'incredibile figura dell'Anziano Dobre, un uomo di 96 anni che, anni fa, ha dato i suoi possedimenti alla Chiesa iniziando a vivere poveramente. Quest'uomo parte ogni giorno dal suo villaggio per recarsi nella capitale, Sofia, dove raccoglie soldi a favore di monasteri e chiese. E' divenuto il maggior benefettore della cattedrale sant'Alexander Newskji. La sua figura e il suo stile di vita ricordano quello degli staretz della Russia zarista. Non c'è dubbio: senza queste figure il Cristianesimo cesserebbe di avere il suo senso...
 

domenica 11 novembre 2012

Uno scritto interessante sulla Sacra Sindone

Dalla rivista "La Lumière du Thabor" (in francese) n.13, da p.72 a p. 80.

Il y a quelques années, c’était en 1978, accouraient en foules, du monde entier à Turin, des visiteurs venus voir et aussi vénérer le "Saint Suaire", le drap dans lequel Joseph d’Arimathée avait enveloppé le Corps du Seigneur, pour l’ensevelir. La relique était authentique, la science l’avait attesté. On fit même d’après le négatif, à l’ordinateur, le portrait de Jésus.

Mais voici qu’une nouvelle venue de Rome et publiée par "ESTIA" d’Athènes le 18.10.1986, annonçait que le "Saint Suaire" allait être soumis, à nouveau, à l’examen du "carbone 14". A la suite de cette nouvelle, l’érudit père Théoclète publiait dans Orthodox Typos du 28.11.1986, l’article qui suit. Pour lui le "Saint Suaire" n’est pas authentique et n’a rien à voir avec l’ensevelissement de Jésus. Voici ses arguments, que les "frères" latins, malgré sa demande, n’ont pas réfutés.

domenica 4 novembre 2012

Scelto il nuovo papa copto: è Tawadros

Fonte: Corriere.it

Il suo nome è stato estratto a sorte da un bambino. Fra i tre candidati era quello più lontano dalla politica attiva

MILANO - Il vescovo Tawadros è il 118esimo papa della chiesa copto ortodossa. Il suo nome è stato estratto a sorte da un bambino, la cui mano si dice sia guidata dal volere di Dio, al termine di una lunga liturgia nella cattedrale del Cairo.

clip_image002

IL PERSONAGGIO - Il nuovo papa della più grande comunità cristiana del mondo arabo si insedierà il 18 novembre col titolo di papa di Alessandria, di tutta l'Africa e della santa sede di San Marco. Sostituisce Shenuda III, morto a marzo dopo un pontificato durato quasi 40 anni. Tawadros, 60 anni, si è laureato in farmacia prima di intraprendere la vita religiosa. È stato il secondo più votato dei tre candidati rimasti in lizza e secondo i media egiziani si è contraddistinto nella sua attività di vescovo nella città di Beheria, nel delta del Nilo, per la sua capacità teologica ma anche per la sua attività con i giovani.

I CANDIDATI - Oltre al vescovo Tawadros, erano candidati il vescovo Raphael, medico molto attivo in politica, un tempo collaboratore di Shenuda III, e padre Raphael Ava Mina, monaco e studente del papa che precedette Shenuda. Il vescovo Raphael era stato il più votato da un migliaio di grandi elettori. Dure le sfide che Tawadros dovrà affrontare, nella difficile fase di transizione democratica e in un momento di accresciuta forza politica dei gruppi islamisti. Ma il nuovo papa è convinto che la Chiesa debba rimanere fuori dalla politica.

LE SFIDE - Shenuda III è morto proprio mentre il Paese entrava in una fase completamente nuova, segnata dalla fine del regime di Hosni Mubarak e dall'inizio del predominio delle forze islamiche. Il successore dovrà ora scegliere se seguire le orme del predecessore che, soprattutto nell'ultima parte del pontificato, preferì tenere un atteggiamento di basso profilo nei confronti del regime in cambio di un atteggiamento tollerante verso una comunità religiosa che da tempo denuncia soprusi e discriminazioni. L'alternativa è puntare su una maggiore visibilità politica, rilanciando la presenza e il ruolo dei cristiani. Questo è ciò che sollecitano i movimenti di giovani copti che sono stati attivi durante la rivoluzione.

Dalle Omelie di San Giovanni Crisostomo (estratti)

Sui Salmi

Perché bisogna accostarsi all’Eucaristia in santità di vita.

[…] Pensa, o uomo, quale grande dignità consegui; e poiché tu stesso sei divenuto tempio, pensa con quanta purezza è giusto che debba presentarti! Come manifesterai la tua purezza? [Potrai farlo] se scaccerai ogni cattivo pensiero; se farai in modo di chiudere ogni ingresso della tua mente alle azioni del demonio; se, come si fa nei santi templi, perseveri nel rendere bella la tua anima. 

Infatti, se nel tempio giudaico non era consentito a tutti entrare in qualsiasi luogo, ma vi erano molte e varie divisioni, in quanto vi era una parte assegnata ai proseliti, un’altra ai Giudei ai quali era stata data fin dall’inizio, un’altra ai sacerdoti, un'altra al solo sommo sacerdote, e questo non [poteva entrare] sempre ma una sola volta all’anno; pensa allora quanta santità è necessario che tu abbia in te stesso, dal momento che hai ricevuto dei simboli ancora più grandi di quelli che essi ricevettero nel Santo dei Santi. Ad abitare in te, infatti, non tiene i Cherubini, ma il Signore degli stessi Cherubini, non hai né l’arca, né la manna, né le tavole di pietra e neppure la verga di Aronne, ma il corpo e il sangue del Signore, lo Spirito al posto della lettera, la grazia che supera ogni umano pensiero, hai un dono inenarrabile. Ebbene, con quanti più grandi simboli e più venerabili misteri sei stato onorato, di tanta maggiore santità sei tenuto a rendere conto. Perciò se trasgredirai i comandamenti, riceverai un castigo più duro.

(Salmo 133, 1-2; PG 55, 386)

Eucaristia e santità della lingua.

Poni, Signore, una custodia alla mia bocca. … Pensa che la lingua è il membro con il quale parliamo con Dio e con il quale celebriamo le lodi. È il membro con il quale riceviamo il tremendo sacrificio. I fedeli sanno bene ciò che si sta dicendo. È necessario, pertanto, che la lingua si libera da ogni accusa, maledizione, parola oscena e calunnia. Se qualche pensiero impudico ci incalza, dobbiamo soffocarlo dentro di noi, senza permettergli di giungere alle nostre labbra. Anche se il suo animo esasperato ti porta a nutrire rancori, devi estirpare anche questa radice: la porta sia custodita e ben guardata, senza permettere che all’interno possano nascere cattivi pensieri; ma se nascono, bisogna soffocarli all’interno stesso ed estirparne la radice.

(Salmo 140 [141], 3; PG 55, 433)