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domenica 3 giugno 2012

21 maggio / 3 giugno: i santi Costantino ed Elena


Il santo e grande imperatore Costantino, figlio di Costanzo Cloro, sovrano delle province occidentali dell'impero romano, nacque intorno al 280 a Naisso, l'odierna Niš in Serbia. Nel 306 succedette a suo padre.

Secondo la tradizione l'imperatore Costantino fu coinvolto da un evento straordinario: in occasione di una guerra combattuta in Italia contro Massenzio e Massimino che avevano formato una lega contro di lui, mentre si trovava alla testa delle sue truppe, vide in cielo una croce luminosa con sopra iscritto: “Si conquista da questa”. La notte seguente gli apparve in sogno nostro Signore che gli rivelò il significato e il potere della Croce. Al mattino ordinò che fosse fatto un labaro sotto forma di croce con sopra riportato il nome di Gesù Cristo. Il 29 ottobre, nei pressi di Ponte Milvio, la guerra fu vinta, Costantino entrò trionfalmente a Roma e fu proclamato imperatore d'Occidente, mentre a suo cognato Licinio rimase l'impero d'Oriente.
Nel 313 a Milano venne proclamato un editto a favore della libertà di religione, ma Licinio volle continuare a perseguitare i Cristiani; tra i due scoppiò una guerra, finché, nel 324, Licinio fu ucciso e Costantino rimase imperatore d'Oriente e Occidente. Tutte le persecuzioni contro la Chiesa si fermarono, e il Cristianesimo poté trionfare. È in questo periodo che furono poste le basi di Costantinopoli, città che portò il suo nome. Desiderosi di conoscere esattamente la vera fede, nel 325 Costantino volle riunire tutti i vescovi a Nicea, proclamando così il Primo Concilio Ecumenico della Chiesa, qui fu confermata la fede ortodossa e dichiarata la consustanzialità del Figlio al Padre, a confutazione dell'eresia di Ario. Il Consiglio fu presieduto da Osio, vescovo di Cordova, in Spagna, e da Vito e Vincenzo, sacerdoti della Chiesa romana e legati di Papa Silvestro.

Di Elena i dati biografici sono scarsi, nacque verso la metà del III secolo forse a Drepamim in Bitinia, cittadina a cui fu dato il nome di Elenopoli da parte di Costantino, in onore della madre. Elena discendeva da umile famiglia e secondo s. Ambrogio, esercitava l’ufficio di ‘stabularia’ cioè locandiera con stalla per gli animali e qui conobbe Costanzo Cloro ufficiale romano, che la sposò nonostante lei fosse di grado sociale inferiore, diventando così moglie "morganatica".

Nel 280 ca. a Naisso in Serbia, partorì Costantino che allevò con amore; ma nel 293 il marito Costanzo divenne ‘cesare’ e per ragioni di Stato dovette sposare Teodora, figliastra dell’imperatore Massimiano Erculeo; Elena Flavia fu allontanata dalla corte e umilmente rimase nell’ombra.

Il figlio Costantino venne allevato alla corte di Diocleziano (243-313) per essere educato ad un futuro di prestigio; in virtù del nuovo sistema politico della tetrarchia, nel 305 Costanzo Cloro divenne imperatore e Costantino lo seguì in Britannia nella campagna di guerra contro i Pitti; nel 306 alla morte del padre, acclamato dai soldati ne assunse il titolo e il comando.

Divenuto imperatore, Costantino richiamò presso di sé Elena sua madre, dandole il titolo di ‘Augusta’, la ricoprì di onori, dandole libero accesso al tesoro imperiale, facendo incidere il suo nome e la sua immagine sulle monete. Di queste prerogative Elena Flavia Augusta ne fece buon uso, beneficò generosamente persone di ogni ceto e intere città, la sua bontà arrivava in soccorso dei poveri con vesti e denaro; fece liberare molti condannati dalle carceri o dalle miniere e anche dall’esilio.

Fu donna di splendida fede e quanto abbia influito sul figlio, nell’emanazione nel 313 dell’editto di Milano che riconosceva libertà di culto al cristianesimo, non ci è dato sapere. Ci sono due ipotesi storiche, una di Eusebio che affermava che Elena sia stata convertita al cristianesimo dal figlio Costantino e l’altra di s. Ambrogio che affermava il contrario; certamente deve essere stato così, perché Costantino ricevé il battesimo solo in punto di morte nel 337. Ad ogni modo Elena visse esemplarmente la sua fede, nell’attuare le virtù cristiane e nel praticare le buone opere; partecipava umilmente alle funzioni religiose, a volte mischiandosi in abiti modesti tra la folla dei fedeli; spesso invitava i poveri a pranzo nel suo palazzo, servendoli con le proprie mani.

Tenne un atteggiamento prudente, quando ci fu la tragedia familiare di Costantino, il quale nel 326 fece uccidere il figlio Crispo avuto da Minervina, su istigazione della matrigna Fausta e poi la stessa sua moglie Fausta, sospettata di attentare al suo onore. E forse proprio per questi foschi episodi che coinvolgevano il figlio Costantino, a 78 anni nel 326, Elena intraprese un pellegrinaggio penitenziale ai Luoghi Santi di Palestina. Qui si adoperò per la costruzione delle Basiliche della Natività a Betlemme e dell’Ascensione sul Monte degli Ulivi, che Costantino poi ornò splendidamente.

La tradizione narra che Elena, salita sul Golgota per purificare quel sacro luogo dagli edifici pagani fatti costruire dai romani, scoprì la vera Croce di Cristo, perché il cadavere di un uomo messo a giacere su di essa ritornò miracolosamente in vita. Insieme alla Croce furono ritrovati anche tre chiodi, i quali furono donati al figlio Costantino, forgiandone uno nel morso del suo cavallo e un altro incastonato all’interno della famosa Corona Ferrea, conservata nel duomo di Monza.

L’intento di Elena era quello di consigliare al figlio la moderazione ed indicargli che non c’è sovrano terreno che non sia sottoposto a Cristo; inoltre avrebbe indotto Costantino a costruire la Basilica dell’Anastasis, cioè della Resurrezione.

Elena morì a circa 80 anni, assistita dal figlio, verso il 329 in un luogo non identificato; il suo corpo fu però trasportato a Roma e sepolto sulla via Labicana “ai due lauri”, oggi Torpignattara; posto in un sarcofago di porfido, collocato in uno splendido mausoleo a forma circolare con cupola. San Costantino morì invece a Nicomedia, in Bitinia, il 22 maggio 337, dopo aver ricevuto il santo Battesimo e i suoi resti furono conservati nella Chiesa dei Santi Apostoli da lui stesso costruita.

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