Fate ogni cosa per la gloria di Dio (1Cor. 10, 31)

Lo scopo finale della musica non deve essere altro che la gloria di Dio e il sollievo dell'anima (Johann Sebastian Bach)

martedì 12 giugno 2012

Detti dei Padri del deserto

Il Padre Poemen disse: "Insegna alla tua bocca a dire ciò che il tuo cuore racchiude".

Un fratello venne dal padre Teodoro e cominciò a parlare e a trattare cose di cui non aveva ancora fatto esperienza. "Non hai ancora trovato la nave - gli dice l'anziano -, non hai ancora caricato il tuo bagaglio, e sei già arrivato in quella città prima di essere partito? Compi prima l'opera e poi giungerai a ciò di cui ora parli".

Un anziano ha detto: “Quanto uno si sarà reso folle per il Signore, altrettanto il Signore lo renderà saggio”.

L’abate Amun disse: “Sopporta ogni uomo come Dio ti sopporta”.

Disse un anziano: “Senza la sorveglianza delle labbra è impossibile all’uomo progredire anche in una sola virtù; poiché la prima delle virtù è la sorveglianza delle labbra”.

Un anziano disse: “Credete forse che Satana voglia introdurre in voi tutti i pensieri? No, è per mezzo di un pensiero solo che vince l’anima e spera condurla a perdizione. Egli abbandona in essa quell’unico pensiero, non occorre altro. Attenti dunque a non mostrar compiacenza verso un solo cattivo pensiero”.

Diceva l'abate Mios: «Obbedienza per obbedienza. Se uno obbedisce a Dio, Dio obbedisce a lui»

Gregorio disse: «Che la tua opera sia pura per la presenza del Signore e non per l'ostentazione».

Alcuni fratelli andarono a visitare un santo anziano che abitava in un luogo deserto. Trovarono presso la sua cella dei bambini che custodivano le greggi e parlavano tra loro in modo fastidioso. I fratelli videro l'anziano, gli palesarono i propri pensieri e trassero beneficio dalle sue risposte. Poi gli dissero: «Padre, perché accetti d'avere intorno questi bambini e non gli ordini di cessare tanto baccano?». L'anziano rispose: «Fratelli, credetemi, vi sono giorni in cui vorrei dare questo ordine, ma mi fermo, dicendo: «Se non sopporto questa piccola cosa, come potrei sopportare una più grande prova, se Dio permette che mi si presenti?». Così non dico niente, per abituarmi a sopportare tutto ciò che accade».

Accadde un giorno che gli anziani si recassero dall'abate Abraham il profeta della regione. Lo interrogarono sull'abate Banè, dicendo: «Ci siamo intrattenuti con abba Banè sulla clausura nella quale egli si trova adesso; ci ha detto queste gravi parole: Egli stima tutta l'ascesi e tutte le elemosine che ha fatto nel suo passato come una profanazione». E il santo vegliardo Abraham rispose loro e disse: «Ha parlato rettamente». Gli anziani si rattristarono per via della loro vita che era anch'essa a quel modo. Ma l'abate Abraham disse loro: «Perché affliggervi? Durante il tempo, in effetti, nel quale abba Banè distribuiva le elemosine, sarà arrivato a nutrire forse un villaggio, una città, una contrada. Ma ora è possibile a Banè levare le sue due mani affinché l'orzo cresca in abbondanza nel mondo intero. Gli è anche possibile, ora, chiedere a Dio di rimettere i peccati di tutta questa generazione». E gli anziani, dopo averlo udito, si rallegrarono che vi fosse un supplice che intercedeva per loro.

Uno dei padri ha detto: «I Padri entravano nell'interiore attraverso l'austerità, e noi, se possiamo, entriamo nel bene attraverso l'umiltà».

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