Fate ogni cosa per la gloria di Dio (1Cor. 10, 31)

Lo scopo finale della musica non deve essere altro che la gloria di Dio e il sollievo dell'anima (Johann Sebastian Bach)

martedì 1 luglio 2014

Il Patriarcato di Mosca ha perso l'Ucraina e potrebbe perdere ancora di più

Un affezionato lettore mi ha segnalato questo articolo in inglese di Euromaidan Press sulla situazione in Ucraina che offre un punto di vista molto diverso dall’orda di sciocchezze in cui ci si può imbattere nel web italiano. Qualcuno certamente obietterà che è di parte. Può darsi, ma non possiamo dar credito solo alla “Pravda”.
La traduzione è mia; come sempre, abbiate pazienza!

Patriarh_Kirill[1]

Non c'è dubbio che il Patriarcato di Mosca si sia alienato molti ucraini a causa del suo sostegno alla politica del Cremlino, ma un analista di Kiev suggerisce che il suo declino in Ucraina e più in generale, riflette anche la dipendenza della sua gerarchia dal potere statale, qualcosa che non può più contare di avere in Ucraina.

A causa dell'aggressione di Mosca contro l'Ucraina, Kiev ha bloccato al Patriarca Kirill l’accesso al paese, chiara conferma che "per lungo tempo [lui e la sua Chiesa] hanno perso lo stato ucraino come partner delle relazioni ecclesiali, sostiene l’esperta di questioni religiose Tatyana Derkach.

"La sinfonia con il proprio Stato è diventata per la Chiesa Ortodossa Russa quasi la chiave di volta della costruzione della Chiesa, che è già stata trasformata in una sorta di dogma paradigmatico di ecclesiologia russa", sottolinea la commentatrice di Kiev, qualcosa che funziona all'interno di un paese ma non attraverso i confini internazionali.

Come lei sottolinea, "è difficile immaginare una Chiesa dominante in Russia senza la Russia stessa, al di fuori dei confini del suo apparato burocratico e dei circoli oligarchici i cui leader sono condiscendenti e perfino chiamati sostenitori della Chiesa stessa. Così, la Chiesa russa è diventata parte di 'un solo pugno'".

Ma al di là dei confini della Federazione russa, la situazione è diversa, e "più a lungo la battaglia dura" tra Russia e Ucraina, "più chiaro diventerà che l'Ucraina non è la Russia e non lo sarà". Di conseguenza, "la Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Mosca non può essere la Chiesa governante", integrata come in Russia con la burocrazia statale.

In breve, "la clonazione del modo di fare russo equiparando così lo status della Chiesa Ortodossa Ucraina in Ucraina con lo status della Chiesa Ortodossa Russa in Russia non è possibile".

L'incapacità della ROC MP di lavorare con lo stato ucraino nel modo in cui lo fa con quello russo è rafforzata dalla sua posizione ideologica. Le scuole ucraine non sono interessate alla sua posizione oscurantista, e le unità militari ucraine non condividono la sua visione che esse dovrebbero combattere per una comune "Rus'".

Più in generale, dice la Derkach, gli ucraini sono sempre più offesi dai messaggi di sacerdoti e vescovi della ROC MP che "l'Ucraina non esiste e non può esistere", che la Chiesa dovrebbe sostenere le unità cosacche anti-ucraini, e che i leader della Chiesa dovrebbero apertamente mentire su quello che Mosca sta facendo e chiaramente (dovrebbero essere) indifferenti a ciò che gli ucraini stanno soffrendo.

Non permettere al Patriarca Kirill di visitare l'Ucraina non è "ingerenza" negli affari interni della Chiesa, continua (la Derkach). La sua Chiesa vede se stessa come parte di uno stato ma non dell’Ucraina, e, di conseguenza, tenerlo fuori è altrettanto appropriato come trattenere chiunque cerchi di invaderla e di conquistarla.

Le leggi ucraine sono molto chiare su questo punto, a partire dalla legge "sulla libertà di coscienza e delle organizzazioni religiose" adottata il 23 aprile 1991. Tale atto specifica che il governo ha il diritto di decidere se ammettere attivisti religiosi che sono cittadini di stati stranieri. Kirill è chiaramente in quella categoria, e l'Ucraina sta obbedendo alla legge.

Ma questa decisione punta ad un'altra conseguenza di più ampia portata. Poiché il ROC MP è così completamente parte dello stato russo, la Derkach conclude, le sue strutture in Ucraina è improbabile che siano in grado di sopravvivere. L'Ucraina non è la Russia, e il suo governo non giocherà in quella sorta di "sinfonia" che il Patriarca Kirill e la ROC MP credono che devono: quella in cui lo stato e la Chiesa sono fusi insieme.

Mentre la Derkach non lo dice qui, il rifiuto di Kiev di avere quel tipo di rapporto con la ROC MP o qualsiasi altra Chiesa dimostra che l'Ucraina a differenza della Russia è sulla strada di accordi tipici in Europa, accordi che aprono la strada ad una maggiore libertà religiosa non solo per gli ortodossi, ma anche per tutti i credenti.

Nessun commento:

Posta un commento