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domenica 1 gennaio 2017

Domenica che precede il Natale del Signore

La genealogia di Gesù Cristo

da “The Winter Pascha”, di p. Thomas Hopko

La lettura dell’Evangelo per la Divina Liturgia nella Domenica prima di Natale è “la genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abramo”, tratta dall’Evangelo secondo san Matteo. Questa genealogia elenca le generazioni di persone da Abramo a Davide, alla cattività babilonese del popolo di Israele, alla nascita di Gesù. Si tratta di una genealogia selezionata, che termina con l’apparizione di “Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo” (Matteo 1, 16). Si differenzia dalla genealogia presentata nell’Evangelo di san Luca, che inizia con Gesù “era il figlio (come si credeva) di Giuseppe”, e ritorna dal principio alla fine non semplicemente ad Abramo ma ad Adamo (Luca 3, 23-38).

Ci sono molti motivi per presentare la genealogia di Gesù negli Evangeli, fra i quali vi è l’affermazione che Gesù, essendo realmente il Figlio di Dio, come tutti gli Evangeli testimoniano, è venuto “nella carne”, come un vero essere umano. Questa affermazione è stata di fondamentale importanza al tempo degli apostoli e delle prime generazioni cristiane, perché, a differenza di oggi, la tentazione del primo periodo del cristianesimo non era quella di negare la divinità di Gesù, ma di negare la sua vera e autentica umanità.

È un dato di fatto storico, i primi eretici cristiani erano quelli che dicevano che Gesù era una sorta di essere divino (come spiegato questo pensiero ha avuto molte varianti e versioni) che soltanto sembrava essere un vero uomo, ma non era realmente questo in quanto “carne e sangue” erano giudicati intrinsecamente degradanti se non addirittura malvagi. Così l’apostolo Paolo ha dovuto insistere sul fatto che in Gesù, che appartiene agli ebrei “secondo la carne” (Romani 9,5), la “pienezza di tutta la divinità abita corporalmente” (Colossesi 2, 9), e che è lo stesso Gesù che è morto ed è stato sepolto ed è risorto nella carne come un vero uomo, che è il Messia e Signore.

[...]

Le genealogie negli evangeli dei santi Matteo e Luca sono composte fino a e da Giuseppe. Questo non è per dare l’impressione che Gesù è venuto dal seme di Giuseppe. Entrambi gli evangeli sono assolutamente chiari su questo punto. Gesù è nato dalla Vergine Maria per opera del Santo Spirito. Il punto è piuttosto che Giuseppe è il padre di Gesù secondo la legge, ed è dal padre che la propria discendenza legittima deve essere ritracciata. Il padre legale di Gesù è “Giuseppe, figlio di Davide”, il marito legale di Maria (Matteo 1, 20).

Un altro punto importante è creato nell’elencare le generazioni umane che hanno portato alla nascita di Gesù. È il fatto che Dio è fedele alle Sue promesse, anche se il Suo popolo eletto spesso non è fedele. Tra le persone da cui Gesù è venuto vi sono anche peccatori e pagani. In una parola, Gesù viene non solo dal giusto e santo, ma dal malvagio e peccatore. E viene non solo dagli ebrei, ma dai pagani. I nomi delle quattro donne specificamente menzionate nella lista di san Matteo – Tamar, Raab, Ruth, e la moglie di Uria (Betsabea) – sono stati notori, per non dire famigerati, Gentili, tra cui una delle mogli di David, la madre di Salomone. Il punto che deve essere visto qui è quello magnificamente reso in un inno dei primi cristiani citato nella Bibbia, nella seconda lettera a Timoteo:

Se siamo morti con Lui, vivremo anche con lui; se perseveriamo, con Lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, anch’egli ci rinnegherà; se siamo infedeli, Egli rimane fedele – perché Egli non può rinnegare se stesso. (2 Timoteo 2, 11-13)

È questa la testimonianza meravigliosa delle genealogie di Gesù: se siamo infedeli, il Signore Dio rimane fedele – perché non può rinnegare se stesso!

Ecco, il tempo della nostra salvezza è vicino. Preparati, o grotta, perché la Vergine si avvicina per dare alla luce il suo Figlio. Rallegrati ed esulta, Betlemme, terra di Giuda, perché il nostro Signore da te splende come l’alba. Porgete l’orecchio, o monti e colline e tutte le terre circostanti la Giudea, perché Cristo viene a salvare il popolo che Egli ha creato e che Egli ama.

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